Ricordo lo shock vissuto nel 1992 quando l’Italia e la Gran Bretagna rischiarono di lasciare il sistema monetario europeo. Già all’epoca i rischi di uscita da parte di uno stato membro avrebbe causato enormi sofferenze. Tutt’oggi sono fermamente convinto che l’uscita dall’euro costituirebbe una dimensione ben più che drammatica.
Ammettiamo in effetti che la Francia desideri uscire dall’euro in un contesto dove la rendita dei suoi bond a 10 anni è del 2%, ovvero il paese si finanzia a 10 anni ad un tasso del 2%.
Nell’eventualità di una prossima uscita dall’euro e del ritorno al franco, quest’ultimo perderà all’incirca il 50% del suo valore ed il suo tasso d’interesse dovrà aggiustarsi in proporzione per continuare ad attirare gli investitori internazionali ad investire nel debito sovrano. Di conseguenza il paese si ritroverà da un giorno all’altro obbligato a finanziare il proprio prestito a 10 anni ad un tasso del 4%. A questo punto, niente e nessuno attenderà l’esito di un referendum per restare o uscire dall’euro per liberarsi del franco e dell’euro “Made in France”.
I mercati finanziari funzionano sul principio d’anticipazione secondo cui, l’innalzamento del tasso d’interesse dei bond francesi sarà direttamente proporzionale all’ampiezza della svalutazione stimata del franco. L’obbiettivo degli investitori sarà quello di compensare il crollo del del franco con una rendita superiore dei propri investimenti. La sera stessa delle elezioni, o del referendum, la banca e tutto il sistema finanziario del paese sarà in uno stato di morte celebrale, senza più alcun sostegno da parte della Banca Centrale Europea, la quale non potrà, e non vorrà del resto, spegnere l’incendio causato liberamente dall’uscita dall’euro.
Se l’uscita dall’euro di uno stato membro è certamente possibile, questo implica anche una preparazione minuziosa ed una gestione perfetta dei meccanismi e della psicologia dei mercati finanziari. Comunque sia, una decisione di questa portata segnerà per sempre il mandato del capo dello stato in carica, che non farà altro che gestire le conseguenze di questo evento cruciale.
Un’uscita della Francia o dell’Italia dall’euro avrà un impatto fondamentale, più che la Brexit, che occupa già molto il governo britannico! Costituirà il più grande default della storia dell’umanità che impatterà l’insieme del sistema bancario europeo e porrà fine anche alla stessa unione europea. Un’uscita dall’euro sarà complicata quanto la preparazione ad una guerra, e dovrà essere accompagnata da un’intensa sorveglianza alle frontiere per canalizzare i flussi in uscita dell’euro, a ripristinare il controllo dei capitali al fine di ridurne l’emorragia, ed anche a ristabilire lo stato d’urgenza per calmare il panico generale.
La scelta di uscire dall’euro dovrà dunque realizzarsi con estrema attenzione e consapevolezza in quanto non sarà mai in alcun caso o circostanza portata a termine con serenità. Uscire dall’euro rappresenta un vero e proprio putsch !
Michel Santi
