Marina Iodice
Bocciato il secondo Référendum d’initiative partagée (RIP) presentato dai senatori socialisti, comunisti ed ambientalisti. Mercoledì 3 maggio 2023, il Consiglio costituzionale doveva infatti riunirsi per discutere della seconda richiesta fatta da 253 parlamentari di sinistra e dal gruppo Liberté, Indépendants, Outre-mer et Territoires (LIOT). L’istituzione francese ha tuttavia respinto anche questo secondo referendum.
Tale decisione ha deluso i socialisti, i quali si erano dichiarati fiduciosi riguardo a un responso favorevole affermando: «Siamo abbastanza ottimisti». Gli oppositori hanno reagito e annunciato la loro intenzione di contrattacco: nuove proteste contro il primo ministro Elisabeth Borne e il presidente Emmanuel Macron sono previste a partire da sabato 6 maggio.
La maggioranza non sembra però preoccuparsi del malcontento dei socialisti. In effetti, hanno definito la riforma «necessaria per preservare il sistema a ripartizione». Una situazione che crea un dibattito tra le parti opposte. Elisabeth Borne ha infatti risposto all’ambientalista Cyrielle Chatelain sostenendo che il progresso sociale non nascerà dalle proteste. La sinistra non sembra però scoraggiarsi, ribadendo, in effetti, che non desisterà.
Quest’ulteriore fallimento nella lotta contro la riforma delle pensioni lascia un’ultima via di speranza agli oppositori: l’8 giugno 2023, giorno in cui il gruppo LIOT presenterà la sua proposta di legge per abrogare la riforma.
