Martedì 21 settembre due società francesi hanno annunciato ciascuna di aver raccolto più di mezzo milione di euro. Una giornata record per il Tech francese che si spiega in particolare con una nuova ambizione e il buon posizionamento delle aziende in mercati promettenti. Ma i fondi francesi sono ancora troppo pochi per investire in grandi start-up.
Nuovi record per il settore tech in Francia
Martedì è stata una giornata storica quella vissuta da French Tech. Due società francesi, la start-up Sorare, che ha creato un gioco online per lo scambio di figurine dei calciatori, e l’editore di software Mirakl, hanno annunciato ciascuna di aver raccolto più di mezzo milione di euro. Nel dettaglio, Sorare, che si affida alla tecnologia emergente NFT per le sue vignette, ha raccolto 680 milioni di dollari (580 milioni di euro), nuovo record per il settore tech in Francia, ed è ora valutato 4,3 miliardi di dollari (3,7 miliardi di euro), mentre Mirakl ha raccolto 555 milioni di dollari, ovvero 473 milioni di euro, in un affare che la valutava a 3,5 miliardi di dollari. Ma come spiegare questi record storici?
Nel mercato delle start-up, è euforia. Il 2021 sarà un anno eccezionale per la raccolta fondi e il numero di nuovi unicorni, aziende che valgono più di 1 miliardo di dollari. E per Nicolas Julia, il fondatore di Sorare, questo è dovuto principalmente a un cambiamento di mentalità. In Francia, troviamo un ambiente che sta maturando e abbiamo visto successi su larga scala. Il secondo punto è l’ambizione.
Un’ambizione globale e aziende posizionate in mercati promettenti come Mirakl, che crea mercati su Internet. E le aziende beneficiano di un ambiente francese vivace, secondo Philippe Corrot, il fondatore di Mirakl. “C’è un ambiente favorevole che è stato creato dal governo con iniziative come French Tech”, spiega. Questo ambiente favorevole si riflette concretamente attraverso investimenti esteri o europei che vengono fatti nelle aziende francesi e quindi creano posti di lavoro.
I fondi francesi investono ancora troppo raramente
Un aspetto negativo, tuttavia, va notato: raramente sono i fondi francesi a investire in queste grandi start-up. A Sorare, ad esempio, la giapponese Softbank è in testa al girone. A Mirakl c’è il Silver Lake Fund, una delle stelle della Silicon Valley. Anche se la BPI (Banca per gli investimenti) si trova spesso nelle liste degli investitori più attivi in start-up, in Francia mancano grandi fondi capaci di investire improvvisamente centinaia di milioni di euro. Per queste operazioni sono gli stranieri e soprattutto gli americani a tenere il gioco. Poiché il mercato è saturo negli Stati Uniti vengono a scommettere su pepite francesi ed europee, e oltre ai fondi, la maggior parte delle start-up francesi mantiene la propria sede in Francia.
Daisy Boscolo Marchi
