L’Assemblea nazionale ha appena finito di esaminare gli articoli del cosiddetto disegno di legge “Clima e resilienza”. Tra le disposizioni più impattanti del disegno di legge c’è l’articolo 52, che sancisce un principio generale di divieto della creazione di nuove aree commerciali in nome della lotta all’artificializzazione dei suoli.
L’Assemblea Nazionale sostiene l’e-commerce come strumento di sviluppo economico e sostenibile
Al termine delle discussioni in seduta plenaria, si è deciso che i magazzini di stoccaggio per gli e-commerce non saranno coperti dall’articolo 52. In effetti i magazzini e-commerce rappresentano meno dello 0,2% dei terreni artificiali, contro il 14% delle aree commerciali e industriali e il 40% delle abitazioni. Inoltre, a parità di fatturato, l’e-commerce richiede complessivamente meno spazio rispetto al commercio fisico. Una moratoria sui magazzini dell’ e-commerce avrà quindi un effetto minimo sull’artificializzazione dei suoli. D’altra parte, avrà invece un impatto massimo sull’ambiente, l’occupazione e la transizione digitale del commercio. L’Assemblea Nazionale ha stimato che un blocco per lo sviluppo di nuovi magazzini e-commerce in Francia avrebbe inevitabilmente la conseguenza di dover ricorrere a magazzini situati all’estero. Questo trasferimento della logistica e-commerce all’estero sarebbe troppo dannoso non solo per l’economia francese, ma anche per l’ambiente.
Da un punto di vista ambientale, porterebbe a distanze maggiori per consegnare milioni di ordini dall’estero. Una consegna che, molto spesso, sarebbe effettuata da vettori esteri soggetti a standard ambientali meno esigenti di quelli francesi. Da un punto di vista industriale, ciò priverebbe gli operatori francesi dei trasporti e della logistica di un importante motore di crescita per il loro sviluppo. Gran parte della logistica dell’e-commerce, infatti, è esternalizzata dai siti per essere affidata agli operatori logistici francesi. Al di là del commercio, l’intero settore dei trasporti e della logistica – un settore strategico per il futuro dell’industria francese e per la sovranità economica – ne avrebbe risentito. Ancora, in termini di occupazione e finanze pubbliche, ciò equivarrebbe a privare l’economia francese di posti di lavoro e di entrate fiscali legate alle consegne effettuate dall’estero. Il disegno di legge deve ora essere esaminato dal Senato.
