La bellezza made in France, seduce ancora il mondo. Il Paese resta il primo esportatore davanti la Germania e gli Stati Uniti.
A causa della pandemia e della chiusura di numerosi negozi attraverso il mondo durante il periodo di confinamento, le esportazioni di cosmetici e di profumi sono calate del 11,8% rispetto al 2019. Tuttavia, con 15,7 miliardi di euro di prodotti esportati nel 2020, la Francia resta il primo esportatore di cosmetici davanti la Germania e gli Stati Uniti. “Il settore contribuisce fortemente alla bilancia commerciale, con un saldo positivo quest’anno di 10,6 miliardi di euro. Questi risultati piazzano la cosmetica al secondo posto dei settori esportatori in Francia, dietro l’aeronautica”, sottolinea la Federazione delle imprese della bellezza (Febea), in un comunicato stampa.
La Cina, prima destinazione per i rossetti
Lato destinazione, i cinesi sono sempre più ghiotti di cosmetici francesi, con un aumento delle esportazioni del 20,7%. Più di un rossetto su quattro è esportato a destinazione della Cina, secondo la Febea. Obbligati a “gesti barriera”, i saponi hanno realizzato delle belle performance all’estero (11,3% di crescita). Invece, con meno lanci e la caduta del travel retail, le vendite dei profumi sono calati del 16%, e quelle delle eaux de toilette, del 27,9%. “La cosmetica ha provato, durante tutto il corso dell’anno, la sua capacità a far fronte a questa situazione fuori norma”, dichiara Patrick O’Quin, Presidente della Febea, in un comunicato stampa. “In totale, più del 50% della produzione è esportata, e la sola attività export della cosmetica impiega 130.000 uomini e donne, dappertutto in Francia. Malgrado il contesto perturbato, la cosmesi francese detiene oggi il 24% delle quote del mercato mondiale. Il “made in Francia”, resta un valore essenziale per il settore e per l’insieme della nostra economia”. Secondo un passato studio dell’INSEE, i francesi consacrano il 32% del loro budget a “l’apparenza fisica”, alla cosmetica. Di necessità, virtù.
