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La Banca di Francia continua i suoi lavori per una criptovaluta nonostante la crisi da Covid-19

Criptovaluta Francia

La Banca centrale ha dato inizio alle procedure di selezione dei progetti riguardanti la creazione di una moneta digitale basata sulla blockchain, tecnica di registrazione delle transazioni, e riservata alle transazioni medesime, tra Istituzioni Finanziarie. I 10 dossiers selezionati su scala europea, saranno conosciuti inizio luglio. 

Particolarmente mobilizzata dalla crisi economica legata alla pandemia del coronavirus, specialmente nella mediazione del credito, la Banca di Francia non mette da parte le sue riflessioni più a lungo termine. Fine marzo, l’istituzione monetaria, ha dato il fischio d’inizio alle candidature dei progetti per sperimentare una moneta digitale, basata su di una tecnologia blockchain. L’obiettivo non è di testare un e-euro a destinazione del grande pubblico, ma una Moneta digitale della banca centrale (MDBC), destinata unicamente ai regolamenti interbancari, al fine di rispondere alle attese degli intermediari finanziari, in ricerca di efficacia, sempre d’attualità malgrado il forte rallentamento economico. 

Concretamente, la Banca di Francia, vuole condurre delle sperimentazioni, intorno a due grandi problematiche: come scambiare la rappresentazione digitale di un euro presso un insieme di partecipanti, e come far circolare la rappresentazione digitale di un euro, contro la rappresentazione digitale di un titolo finanziario, quotato o non quotato. 

Un appello a progetti europei 

“Molte iniziative in Francia ed a livello internazionale, si sono sviluppate intorno alle operazioni di regolamento-deposito dei titoli finanziari. Molti dei portatori dei progetti hanno potuto condurre delle sperimentazioni sulla parte deposito del titolo, senza poter integrare la parte di specie, legata al regolamento. Per dare il giusto rilievo a queste sperimentazioni, bisognava anche che la banca centrale riflettesse su di una rappresentazione digitale dell’euro”, spiega l’istituzione che mobilita una cinquantina di collaboratori intorno a questi lavori. 

L’appello a progetto si instaura a livello europeo, e non è dunque solo riservata alle strutture francesi. Gli aspiranti hanno fino al 15 maggio 2020 per rispondervi, e le candidature potranno essere effettuate individualmente o in gruppo. “Una banca che dispone di un laboratorio d’innovazione, e che ha già un progetto tra gli scaffali potrà depositare la propria candidatura, così come un gruppo ad esempio composto da attori bancari, in associazione con un depositario centrale dei titoli, od ancora di un attore bancario, associato a una o più fintech”, spiega la banca centrale. 

Esclusa la messa in produzione 

In totale, l’istituzione riterrà un massimo di 10 dossiers. Quest’ultimi, saranno selezionati secondo un criterio di innovazione, così come anche il livello di maturità della selezione, sarà preso in considerazione. I portatori dei progetti dovranno spiegare le loro idee nella maniera più chiara possibile, presentare le loro motivazioni, e le risorse che intendono mobilizzare, per condurre al meglio la sperimentazione. Essi dovranno ugualmente apportare un certo numero di elementi riguardanti la sicurezza, la riservatezza, e la conformità del loro progetto con la regolamentazione in vigore. Riassumendo, la Banca di Francia prenderà in considerazione il carattere innovativo dell’approccio alla problematica e ciò che il progetto sottoposto ad analisi potrà apportare alla comunità finanziaria. L’istituzione precisa essere molto aperta sul tipo di tecnologia utilizzata. 

Dei colloqui con i candidati di cui i dossiers saranno ritenuti eleggibili, saranno predisposti nel mese di giugno, e la selezione delle 10 strutture ritenute più valide sarà conosciuta in luglio, in modo tale da far cominciare le sperimentazioni. La durata di questi tests non è ancora stata definita, e varierà, caso per caso, secondo la complessità di ciascun progetto. “Si tratta di una prima parte di un programma di sperimentazione. È possibile che noi riapriremo ad una seconda parte in futuro”, indica l’istituzione, che ricorda che questa pratica, non mira a comprare una soluzione, né a mettere in produzione un progetto. “L’obiettivo è di alimentare una riflessione più globale, condotta in seno al Eurosistema [organo dell’Unione Europea, che raggruppa la Banca centrale europea (BCE), e le banche centrali nazionali], attraverso delle riflessioni teoriche ed operative”. Una moneta digitale della banca centrale a livello europeo permetterebbe “di disporre di una potente leva di affermazione della nostra sovranità, di fronte ad iniziative di tipo privato del tipo Libra”, ha affermato François Villeroy de Galhau, Governatore della Banca di Francia. Secondo la Banca di Francia, una moneta virtuale europea permetterebbe esattamente di realizzare un “guadagno in efficacia”, di ridurre “i costi di intermediazione”, ma anche di dare la possibilità “di scambiare i propri beni contro della moneta legale”. 

                                                                                                                      Giovanni D’Avanzo

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