L'analisi

Innovazione, sovranità e sicurezza: In Francia la battaglia si gioca sul quantistico

Innovazione Francia

L’informatica quantistica, intesa come insieme delle tecniche di calcolo e del loro studio basate sui quanti al fine di memorizzare ed elaborare informazioni, non è una semplice applicazione supplementare, ma un reale cambiamento di paradigma, che sarà garante dell’autonomia tecnologica europea. La politica è in ritardo e dovrà costruire d’urgenza un vero e proprio piano quantistico In palio, non solo innovazione e sicurezza, bensì un’egemonia tecnologica, che potrà imprimere un peso notevole sui prossimi decenni.

Campi applicativi e ruolo europeo

Oltralpe hanno preso a cuore la situazione, e non vogliono lasciarsi sfuggire un ruolo chiave, in questa sfida tecnologica. Già applicata nel nucleare, nei cellulari, nei transistor e nel laser, la fisica quantistica potrebbe stravolgere numerosi settori: le comunicazioni, la navigazione su internet, il meccanismo di firma digitale dei contratti, degli atti notarili, finanche il digitale militare, senza dimenticare le transazioni Blockchain. Tra i settori che potrebbero carpirne più vantaggi, in primis la cybersicurezza. Per scambiare su di un canale non sicuro come internet, le nostre comunicazioni utilizzano la criptografia. Delle tecnologie di scambio, che poggiano maggiormente su di una chiave pubblica, che può essere condivisa, ed una chiave privata, che solo il proprietario possiede. Un labirinto ed un piano, insomma. Questo piano, ad oggi molto complesso e lungo da decriptare, sarà facilmente indovinabile dai nuovi algoritmi introdotti dal computer quantistico. Un piano che il computer quantistico da 20 milioni di qubit potrà domani (potenzialmente tra il 2025 ed il 2040), mettere a nudo in 8 ore. La quantistica diverrà così, una sfida maggiore per la sovranità di uno Stato, e per la protezione dei dati dei cittadini. I decisori politici hanno il dovere si progettarsi fin da oggi, e di proteggere i dati che scambiamo, in questa realtà, in aiuto degli algoritmi di decifrazione post-quantistica, ovvero, di nuove maniere per scrivere il “piano del labirinto”. Gli investimenti dovranno essere ingenti per permettere le migrazioni tecniche necessarie. In termini più chiari: dovremo cambiare i software di tutti i nostri computer e dei cellulari.
 
Ma l’informatica quantistica, può essere un’opportunità anche per rassicurare e pacificare il cyberspazio, con la creazione di reti di scambio teoricamente inviolabili. Queste opportunità, anche se lontane ed ancora allo stato di lavoro di ricerca, possono cambiare anche la distribuzione in materia di confidenza digitale.
 
Ad oggi, la risposta europea resta lacunosa. Mentre la Cina ha investito 10 miliardi di dollari ad Hefei, in un centro di ricerca di 37 ettari, e mentre gli Stati Uniti hanno lanciato nel 2018 il National Quantum Initiative Act, prevedendo 2 miliardi di dollari d’investimento su 5 anni, il “quantum flagship” europeo, creato nel 2018, con un budget globale teorico di 1 miliardo di euro su 10 anni, mira a finanziare dei progetti di ricerca internazionali sulle tecnologie quantistiche, ma ad oggi, alcun piano strategico europeo è applicato. Una mancanza di coordinazione tra i Paesi membri, e soprattutto una mancanza di investimenti che non permettono ad oggi, di competere con le grandi potenze mondiali. È il momento in cui l’Europa deve invitarsi in questa competizione, appoggiandosi sulle proprie forze. Infatti, il vecchio continente ospita una ricerca fondamentale d’élite e può contare sulla creazione di più di 80 start-up quantistiche.  

La Francia un esempio da prendere

In Francia i lavori sono già stati portati in avanti. Ad interessarsi maggiormente alla tematica, è stata la deputata LREM, Paula Forteza, specialista del digitale, la quale ha presentato venerdì 8 gennaio 2021 il suo rapporto, dedicato alla quantistica. Costruito su un piano di audizioni di 4 mesi, svoltesi tra aprile 2019 ed ottobre 2019, e composto da 68 pagine, può vantare 37 proposizioni, che pongono l’accento su ricerca e formazione. Il documento propone così di sbloccare a partire dal 2021 una spesa annuale globale di 10 milioni di euro per finanziare 20 progetti esploratori, attraverso delle chiamate a progetto de l’“Agence nationale de la recherche” (ANR); l’idea è di “mantenere uno zoccolo sufficiente di ricerca a monte esplorativo”, poiché allo stato dei fatti le tecnologie quantistiche non sono ancora mature.
 
Il rapporto raccomanda inoltre la creazione di percorsi di formazione con una specializzazione quantistica, per “anticipare la crescita di bisogno di ingegneri e tecnici delle filiere industriali”. Il rapporto propone ugualmente la creazione di tre poli d’eccellenza con gli “Instituts Interdisciplinaires en Information Quantique” (3IQ), a Parigi, Saclay e Grenoble. Questi centri avranno la vocazione a rassembrare “ricercatori in fisica quantistica, ricercatori in informatica teorica ed applicata, ingegneri, industriali delle filiere tecnologiche, ed utilizzatori finali”. L’idea è dunque, quella di solidificare e favorire gli scambi tra specialisti del settore. Il rapporto promette: “una dotazione di 23 milioni di euro all’anno, a partire dal 2021 per i 3IQ”.
 
Inoltre, la Francia, che ha preso già un leggero ritardo sul terreno delle start-up specializzate nella quantistica, e che come dimostrato da uno studio realizzato da parte di Wavestone e France digitale, rivelato nello scorso ottobre, annovera solo 16 start-up che sviluppano delle innovazioni tramite tecnologie quantistiche. Per rimediare a ciò, il rapporto propone di “accompagnare la creazione di una cinquantina di start-up della quantistica fino al 2024”. Altra tappa cruciale per far emergere le giovani start-up promettenti: il finanziamento. Il rapporto prevede l’emergere di un fondo d’investimento “late-stage” di 300 a 500 milioni di euro, dedicato alle start-up quantistiche. Questo fondo potrà attingere da industriali francesi già all’avanguardia sul soggetto, come Atos, Thales, Total, Edf o Airbus, e soggetti istituzionali come AXA o BNP Paribas, così come la Bpifrance. Per il momento, in Francia esiste solo un fondo a riguardo: Quantonation, creato da Charles Beigbeder, Christophe Jurczak e Olivier Tonneau nel dicembre 2018.
 
Ma ciò che più sbalordisce, è il piano approvato dallo stesso Macron: anche se inferiore alle cifre stanziate da Cina e Stati Uniti, ma maggiore di Canada, Svizzera e Regno Unito, la Francia potrà contare su di una spesa pari a 1,8 miliardi di euro su 5 anni. I poteri pubblici investivano fino ad oggi all’incirca 60 milioni di euro all’anno in queste tecnologie all’avanguardia, ed il nuovo piano prevede dunque che essi moltiplichino per tre questo sostegno: lo Stato centrale ed i suoi organismi di ricerca inietteranno ormai 200 milioni di euro all’anno durante 5 anni; ovvero, 1 miliardo. Gli 800 milioni di euro proverranno per la maggior parte dagli industriali del settore, così come l’esecutivo ha anticipato che 200 milioni di euro proverranno da sovvenzioni europee. Considerato come il campo più promettente, l’informatica quantistica potrà contare su una spesa quindi di 1,8 miliardi di euro su 5 anni, dove 350 milioni di euro andranno allo sviluppo di simulatori quantistici e 430 milioni di euro, allo sviluppo dei computer quantistici. Il restante finanzierà i lavori intorno ai sensori, alle comunicazioni, e alla cybersicurezza all’era di questa tecnologia. Ma investimenti maggiori non sono da escludersi e potranno essere visti al rialzo in caso di nuove scoperte scientifiche di rilevanza maggiore.

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