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Google presenta il conto della tassa GAFA ai suoi clienti francesi

Google

Gli inserzionisti francesi che utilizzano Google Ads vedranno aumentare la loro fatturazione del 2% a partire dal 1 ° maggio.

Colpito dalla tassa GAFA votata nel 2019, in Francia Google ha subìto un prelievo forzoso del suo fatturato del 3% nel novembre 2020. Per compensare questa tassa che rappresenta quasi 25 milioni di euro, il colosso americano ha informato i suoi clienti francesi tramite e-mail inviata il 3 marzo 2021 che il prezzo delle sue pubblicità aumenterà del 2% a partire dal 1 ° maggio.

Un aumento già visto in altri paesi

Nella sua email agli inserzionisti francesi e spagnoli, Google menziona “costi aggiuntivi” fatturati per “coprire parte dei costi relativi al rispetto delle normative relative all’imposta sui servizi digitali in vigore in questi paesi”.

Questo aumento della commissione del 2% sugli annunci sponsorizzati in Francia o Spagna ricorda gli aumenti annunciati da Google nel settembre 2020 per il Regno Unito (+ 2%), l’Austria (+ 5%) e anche la Turchia (+ 5%). Tutti questi paesi hanno adottato misure simili alla tassa GAFA francese, approvando tasse nazionali sulla tecnologia digitale.

L’annuncio di questo aumento ha provocato molte reazioni, come quella di Jean-Luc Chetrit, Direttore generale dell’ “Union des Marques”, l’associazione degli inserzionisti francesi, che si è detto “molto sorpreso” da questa decisione, e “deplora che un gigante come Google scarichi ai propri clienti una tassa votata in nome dell’equità “.

Cosa cambia nella fatturazione?

Per tutti gli annunci acquistati tramite Google Ads, l’addebito del 2% “apparirà su una riga separata della fattura o dell’estratto conto”. I conti verranno inoltre visualizzati nella sezione “Transazioni Google Ads”. L’azienda americana specifica che “questi costi saranno soggetti anche a tutte le tasse applicabili nel paese, ad esempio  l’IVA”. 

Il 2% non verrà addebitato nello stesso modo a seconda del metodo di pagamento scelto:

  • fatturazione mensile o pagamento automatico: gli addebiti verranno aggiunti al budget dell’account,
  • pagamento manuale: i costi verranno fatturati una volta che l’importo scelto sarà completamente speso.

Joe Biden, davvero un alleato dell’ Unione Europea? 

Il nuovo presidente americano mette in guardia la Francia indicando che “le società straniere che esportano negli Stati Uniti pagheranno di più al Tesoro americano”. Uomo avvisato mezzo salvato: per la Francia è sempre più chiaro che la tassa GAFA rischia di spingere Joe Biden a mettere in atto contromisure. È anche vero che, come ricorda la scienziata ed imprenditrice Aurélie Jean in una intervista a Le Point, il braccio di ferro che si sta verificando anche tra l’Australia e Google mostra che l’iper potenza dei Gafam può essere controbilanciata dalla volontà politica o civica: la studiosa infatti sottolinea come i Gafam non esisterebbero senza gli utenti e i consumatori. Aurélie Jean ha infatti affermato “Non pagando mai i servizi offerti dalle piattaforme in questione, perdiamo di vista il fatto che nulla è gratuito. Perché, consumando i servizi dei Gafam, permettiamo loro di generare reddito.” Secondo l’esperta di algoritmi, è importante sensibilizzare i consumatori sul potenziale potere che il consumatore può avere nei confronti dei colossi del digitale, poco inclini a pagare le tasse nei territori in cui generano reddito: di fronte a questi giganti del web, gli individui hanno e avranno una leva molto più forte di quella che possono avere i singoli Stati. 

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