Secondo l’organizzazione France Digitale, Apple mostra della pubblicità mirata in seno alle sue applicazioni senza il consenso esplicito degli utilizzatori.
France Digitale, che rappresenta 2000 start-up francesi, ha sporto denuncia questo martedì mattina presso la Cnil (Commission Nationale de l’Informatique et des Libertés), contro un attore maggiore dell’ecosistema delle applicazioni: Apple. L’organizzazione chiede all’Autorità garante dei dati personali di interessarsi delle pratiche del gigante americano, inerenti la visualizzazione delle pubblicità mirate in seno ai propri servizi, che non risulterebbero conformi alla legislazione europea.
In particolare, negli iPhone funzionanti tramite il sistema operativo iOS14, Apple raccoglie diverse informazioni sull’utilizzatore (geolocalizzazione, cronologia di ricerca, scaricamenti…), al fine di mostrare delle pubblicità legate ai propri gusti supposti, su l’AppStore, Apple Bourse e Apple News. Problema: l’utilizzatore è considerato consenziente per default. Spetta a lui, andare nei parametri del suo telefono per disattivare questo orientamento, se lo ritiene opportuno.
“L’approvazione per default e presunta da Apple del consenso dell’utilizzatore, non potrebbe essere ritenuta conforme alle norme europee in materia”, ritiene France Digitale nella sua denuncia, consultata da “Le Figaro”, facendo riferimento al regolamento generale della protezione dei dati (GDPR), ed alla direttiva europea e-Privacy.
“Pregiudizio significativo”
Apple spiega nella sua guida di utilizzo dell’iPhone, che “in Apple News e Bourse, le proposte di pubblicità sono in parte basate su ciò che noi leggiamo e seguiamo”. “I nostri dati personali non sono comunicati ad altre parti”, precisa l’azienda. Per France Digitale, “l’utilizzatore è insufficientemente informato dell’utilizzazione e del trattamento dei suoi dati personali. Apple ha dunque violato la sua obbligazione di informazione nei confronti dei suoi utilizzatori”.
Nella sua denuncia, l’organizzazione ritiene che le pratiche di Apple causano “un pregiudizio significativo”, nei confronti degli utilizzatori di iPhone, ma anche nei confronti “delle start-up francesi che rispettano scrupolosamente le regole imposte dal GDPR e temono di subire, per una parte di esse, un abuso di posizione dominante”. France Digitale, chiede alla Cnil (Commission Nationale de l’Informatique et des Libertés), di “prendere ogni misura tesa a far cessare le pratiche così denunciate”.
Un’altra denuncia presso l’Autorità della concorrenza
Apple ha vivamente reagito all’iniziativa di France Digitale. “Le allegazioni della denuncia sono manifestatamente false, e saranno visualizzate per quello che sono, un pessimo tentativo di coloro che tracciano gli utilizzatori per distogliere l’attenzione dalle proprie azioni, ed ingannare i regolatori ed i decisori politici”, ha replicato l’azienda americana, in una dichiarazione trasmessa al Le Figaro. “Noi applichiamo i più alti standard permettendo agli utilizzatori di rifiutare che Apple utilizzi i dati [che raccoglie egli stesso], per dei fini di orientamento pubblicitario”.
La denuncia dell’ecosistema delle start-up francesi, si aggiunge ad un’altra azione legale, intentata dal settore della pubblicità digitale. Quest’ultimo, ha interessato in autunno l’Autorità per la concorrenza per domandare delle misure conservatrici contro l’App Tracking Transparency (ATT), una nuova funzionalità dell’iPhone, prevista da questa primavera. Con l’App Tracking Transparency (ATT), i progettisti di applicazioni dovranno chiedere all’utente, l’autorizzazione a condividere i suoi dati personali con delle imprese terze. “Apple disegna l’internet che preferisce ed impone le sue regole ad un ecosistema, senza discussione”, dichiarava il mese scorso a Le Figaro, Nicolas Rieul, presidente dell’Internet Advertising Bureau France (IAB).
