Finanza e Imprese

Finanza: febbraio è stato il miglior mese in Borsa da novembre, ma marzo si annuncia rischioso

Borsa di Parigi

La Borsa di Parigi, ha ottenuto buoni risultati lo scorso venerdì, così come tutta la scorsa settimana. Le inquietudini attorno la spinta dei tassi di lungo periodo negli Stati Uniti, pesano sui mercati. Il vantaggio preso inizio febbraio, permette di consolidare una bella performance sulla scorsa settimana. Il mese di marzo, potrebbe essere più complicato.

È forse una fortuna che il mese di febbraio sia il più corto dell’anno…il vantaggio preso inizio periodo, in particolare nel corso della prima settimana (guadagno del 4,82%), permette di terminare su una bella progressione del 5,63%. È la migliore performance dal mese di novembre (+20,12%), che rischia d’altronde, di restare un benchmark per i mercati, ancora per un buon momento.

La fine del mese scorso, è infatti stato contaminato dai timori dalla spinta dei tassi di lungo periodo, in particolare negli Stati Uniti. Se il mercato anticipa una ripresa dell’economia, in favore della campagna di vaccinazione, certi temono che essa non generi un’accelerazione dell’inflazione, e non inciti le banche centrali a ridurre il loro sostegno. È proprio lo scorso venerdì, che la Camera dei rappresentanti doveva votare il piano di rilancio di 1.900 miliardi di dollari, proposto da Joe Biden, altra fonte inflazionista. Piano approvato in data 27 febbraio, con 219 voti favorevoli e 212 contrari, di cui due democratici.

Questi timori, sono all’origine delle variazioni avvenute lo scorso venerdì, l’indice Cac 40 avendo ceduto l’1,39%, per ritornare non lontano dei 5.700 punti (5.703,22 punti), in un forte volume di scambi di 5,14 miliardi di euro. L’indice abbandona l’1,22% sulla settimana scorsa, ma guadagna il 2,73%, dall’inizio dell’anno.

I Mercati azionari ormai sempre più cari

A New York, i mercati evolvono in maniera dispersiva (Dow Jones in rialzo, Nasdaq Composite in ribasso), ma l’indice faro dei tecnologici cade del 4,5% sulle cinque ultime sessioni, peggior settimana, dopo il tracollo di marzo 2020. Il rialzo dei tassi di lungo periodo è in effetti pregiudizievole ai suoi componenti, dei quali i mestieri, offrono delle forti crescite, da finanziare. Lo scorso venerdì, il rendimento di titoli americani a 10 anni, è stato al di sopra della soglia del 1,50%, contro un primo nuovo picco a 1,3925% lunedì mattina in Asia, già definito inquietante. Ha leggermente varcato la soglia del 1,60%, giovedì sera.

“I mercati azionari americani, sono più cari, ormai, e con l’innalzamento persistente dei rendimenti, il mercato obbligazionario, è divenuto più attraente che il mercato azionario, più rischioso”, riassume Roland Kaloyan, strategista presso Société Générale. A titolo comparativo, il rendimento delle azioni S&P 500, si stabilisce a 1,47%. Per il momento, nessun panico in Borsa, ma il mese di marzo potrebbe essere più teso, se il tasso a 10 anni americano, si avvicinasse all’obiettivo al 2% della Fed, che il suo Presidente, Jerome Powell, non attende prima di tre anni.

Titoli più di rilievo

Eppure, certe società si sono distinte, lo scorso venerdì, presso la Borsa di Parigi. Più grande rialzo presso il Cac 40, Teleperformance è salito del 6,9%. Il gigante della prestazione dei servizi esternalizzati ha registrato una crescita organica della sua cifra d’affari del 23,3% al quarto trimestre. Questo fine anno, ultra dinamico porta a 11,6%, la progressione dell’attività sull’insieme dell’esercizio, a dati comparabili, ben oltre dell’obiettivo dell’8% di crescita, che era stato annunciato dal gruppo.

Saint-Gobain, ha guadagnato più del 3%. I fabbricanti di materiali da costruzione, hanno portato risultati record al secondo semestre, e prevedono un aumento significativo del loro beneficio di sfruttamento a perimetro costante, quest’anno. Il gruppo ha peraltro annunciato che l’amministratore delegato, Pierre-André de Chalendar, lascerà le sue funzioni di direttore generale quest’estate.

Al contrario, Engie, ha perso il 4,1%. L’azienda nel campo dell’energia, ha accusato una perdita netta di 1,5 miliardi di euro l’anno scorso, gravata da un deprezzamento di attivi, di 2,9 miliardi di euro, legati ai suoi attivi attività nucleari in Belgio, anche se il gruppo ha detto di mirare ad un “miglioramento significativo”, dei suoi risultati, quest’anno. Fuori indice faro, Lagardère, si è piegata del 4,3%. Il gruppo di media e distribuzione, ha pubblicato dei conti degradati nel 2020, penalizzati dalla caduta dei redditi della sua branca Travel Retail. La perdita netta si è accentuata a 660 milioni di euro, sull’anno passato, dopo una perdita di 15 milioni di euro, nel 2019. Arnaud Lagardère, gestore in accomandita del gruppo, ha assicurato giovedì scorso che a questo stadio nessuna decisione era stata presa, riguardante eventuali cessioni dei suoi attivi nei media, o un abbandono del proprio status di società in accomandita.

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