In Francia, da giovedì 1 luglio, il congedo di paternità è stato esteso da 11 giorni a 25. Compresi i 3 giorni di congedo per la nascita pagati dal datore di lavoro, i coniugi beneficeranno dunque ormai di 28 giorni di permesso, fino a 35 in caso di gemelli. Infine, il permesso si applicherà indipendentemente dalla situazione della coppia – matrimonio, unione civile o convivenza – e 7 giorni saranno obbligatori, come nel caso del congedo di maternità.
Le iniziative per estendere il congedo di paternità non si fermano alla legislazione. In effetti, stanno guadagnando terreno anche nell’ambito delle aziende stesse, le quali cominciano sempre più spesso a prendere iniziative unilaterali. Il gruppo Kering, per esempio, ha messo a disposizione dei suoi 38.000 dipendenti a livello globale un congedo “partner” di quattordici settimane, pagate al 100%. Anche se costose, le aziende utilizzano di questo tipo di misure in termini di fedeltà del personale e di employer brand.
Il congedo di paternità è prima di tutto centrale per la parità di genere. Come spiegato dalla HRD di Kering, Béatrice Lazat, la sua estensione ha il potenziale di eliminare i pregiudizi di assunzione, che sono un ostacolo all’avanzamento di carriera delle donne. Anche se rimangono molti ostacoli sociali e finanziari, Christine Castelain-Meunier, sociologa del CNRS, è ottimista nel constatare che la prospettiva della società sta cambiando.
