congiuntura economica

Covid19, l’INSEE prevede una ripresa a partire dal secondo semestre 2021

INSEE Francia

Il PIL dovrebbe restare di 4 punti percentuali inferiore al valore normale al primo trimestre, e rimontare un po’ nel secondo trimestre. Fine giugno, esso si situerà più o meno a 3 punti percentuali al di sotto del suo livello prima della crisi.

Sul piano economico, i prossimi mesi rischiano fortemente di sembrare a quelli appena passati. Né una franca ripresa, né un netto distacco. L’economia francese si trova nella via di mezzo, tra crisi sanitaria e crisi economica. “L’attività economica dei prossimi mesi dipenderà largamente dalla condizione sanitaria”, dall’esito tra la campagna di vaccinazione e l’avanzata delle varianti, stima l’Insee, in una nota sulla congiuntura, pubblicata giovedì.

Questa incertezza, spinge i suoi economisti ad anticipare un PIL che resterà 4 punti percentuali inferiore al valore normale nel primo trimestre, rimontando un po’ nel secondo trimestre. Fine giugno, si stabilizzerà più o meno a tre punti percentuali al di sotto del suo valore di fine 2019, ovvero prima dell’arrivo del Covid. Non è insignificante: il mancato guadagno per l’economia francese raggiungerà i 43 miliardi di euro in sei mesi, ovvero 1,8 miliardi di euro a settimana.

Una ripresa molto lenta

Se le previsioni dell’Insee si rivelassero esatte, allora la crescita sarà del 3% sui primi tre mesi dell’anno, e della stessa entità nel corso dei tre mesi successivi. L’acquisto di crescita, ovvero il ritmo di progressione del PIL sull’insieme del 2021, se questo ritmo resta allo stesso livello nel secondo semestre, sarà del 5,5%.

La ripresa è lenta, e ciò si spiega agevolmente. Innanzitutto, perché la pandemia perdura. Una certa fatica si installa nelle imprese dei settori più coinvolti dalle restrizioni sanitarie. Le prospettive di lavoro nel settore alberghiero e ristorazione, nel settore dei trasporti aerei e dei servizi alla persona, hanno tendenza a degradarsi. Inoltre, “le inquietudini delle imprese riguardo l’impatto delle misure sanitarie, sulla loro produzione, continuano. Tenendo conto del telelavoro e delle riorganizzazioni necessarie, un’impresa su quattro valuta che le misure sanitarie, hanno un effetto negativo sulla produttività”, indica Julien Pouget, capo del dipartimento della congiuntura presso l’Insee.

Ultimo punto, nei due dipartimenti in parte di nuovo in confinamento, Pas-de-Calais e Alpes-Maritimes, le transazioni via carta bancaria sono calate dell’ordine del 35%, durante il primo week-end d’applicazione delle misure sanitarie previste. Prudenza, dunque. “Se è poco probabile che l’attività ricada ai livelli molti bassi d’aprile 2020, certe misure messe in opera durante il primo confinamento, ma non durante il secondo, come la chiusura delle scuole, ad esempio, sono suscettibili, se esse dovevano essere adottate, di comportare uno choc più importante che in novembre”, previene l’Insee.

Dei motivi di speranza

Tuttavia, esistono dei motivi di speranza. “La consumazione resta frenata, ma si adatta in parte, tanto più che i redditi delle famiglie, sono stati globalmente preservati. L’investimento ha meglio resistito, di ciò che si poteva temere. E l’industria riconosce una ripresa che ha praticamente la forma concava di un V. Certi settori, come quelli dei beni di equipaggiamenti, sono ritornati al loro livello di pre-crisi”, sottolinea Julien Pouget. 

Senza contare che l’Asia è resiliente e che, ridando del potere d’acquisto agli americani, il piano di rilancio dell’amministrazione Biden, potrebbe ben far incrementare le esportazioni francesi. Secondo l’OCSE, il programma dei democratici, esso solo, farà crescere del 1% il PIL del pianeta quest’anno. E se il PIL americano, cresce del 6% nel 2021, “è l’equivalente del PIL di un Paese come l’Italia, in più per l’economia americana”, osserva Jean-François Robin, responsabile della ricerca presso Natixis.

Gli economisti della compagnia assicurativa Allianz, hanno calcolato che questo mega piano di rilancio, si tradurrebbe in un rialzo di 9 miliardi di euro della domanda rivolta alla Francia, nel 2021. “I dispositivi di trasporto, l’industria farmaceutica ed agroalimentare, soprattutto le bevande alcoliche, saranno i principali beneficiari di questa domanda addizionale proveniente dagli Stati Uniti”, ritiene Ludovic Subran, capo economista presso Allianz. I francesi potranno dire grazie, a chi di fatto ha destituito Donald Trump.

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