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Covid 19: la Francia teme la terza ondata e prende delle misure

Lockdown Francia

Il capo del governo ed il ministro della Sanità francese hanno annunciato un inasprimento delle disposizioni alla lotta al virus nei territori più colpiti, specialmente l’Île-de-France, l’Hauts-de-France, ed una parte della Normandia. 

La terza ondata” è arrivata. Caratterizzata dall’apparizione delle varianti, la ripresa epidemica delle ultime settimane ha obbligato l’esecutivo a rinsaldare ancora di più il suo dispositivo di lotta contro il Covid-19, conservando un “approccio territorializzato”. Dopo un Consiglio di Difesa tenutosi mercoledì, seguito da una consultazione delle forze politiche, in fretta e furia, Emmanuel Macron e Jean Castex, hanno concluso i loro ultimi accordi, durante un incontro tête à tête questo giovedì pomeriggio.

I due uomini hanno optato per dei nuovi confinamenti per i territori più colpiti, ovvero l’Île-de-France, l’Hauts-de-France, e una parte della Normandia. Le modalità di questo inasprimento sono state dettagliate dal capo del governo e dal ministro della Sanità, durante una conferenza stampa, giovedì sera. Conferenza stampa, che si è tenuta qualche ora dopo, il semaforo verde dell’EMA (European Medicines Agency), sulla rimessa in circolazione del vaccino anglo-svedese Astrazeneca.

Île-de-France, Hauts-de-France, Alpes Maritimes, Eure e Seine-Maritimes totalmente in confinamento per un mese

Tutto ciò sarà sette giorni su sette. Mentre lungamente privilegiato un confinamento solo nel week-end, l’esecutivo ha alla fine preferito rimettere sotto campana l’Île-de-France, l’Hauts-de-France, l’Alpes-Maritimes, l’Eure e la Seine-Maritime, per tutta la settimana. Solo i negozi “di prima necessità” e le scuole resteranno aperte, i licei passeranno in “demi-jauge”, ovvero con presenza al 50%. Questa misura entra in vigore da venerdì a mezzanotte, e sarà applicata per almeno un mese. In totale, ne sono interessati 21 milioni di francesi, ovvero circa un terzo della popolazione.

Eccezione in Europa, la Francia mantiene una scolarità in presenza, per asilo, elementari e medie, dove l’educazione fisica e sportiva (EPS), potrà riprendere “normalmente”. I licei, “che sono già per più di due terzi in semi-presenza”, adotteranno tutti questo funzionamento. Quanto alle università, il sistema attuale, rimane il medesimo.

Chiusura dei negozi che non sono “di prima necessità”

Solo i negozi di prima necessità resteranno aperti. Si tratta principalmente dei negozi di alimentari e di bricolage, ma anche i venditori di dischi e le librerie, che sono state aggiunte in questa lista da un decreto governamentale, comparso inizio marzo.

Attività esterne autorizzate nei territori confinati

Frenare, senza fermarsi. (…) Prendere dell’aria, fare una passeggiata, fare dello sport”. In questa logica, le attività all’aperto saranno autorizzate, contrariamente ai precedenti confinamenti che non autorizzavano che degli spostamenti brevi, per fare una passeggiata o andare a correre.

Spostamenti nel raggio di 10 chilometri con autocertificazione, senza limite di tempo

Un addolcimento considerevole. Rimpiazzo della regola “un’ora, un chilometro”, che aveva prevalso durante i precedenti confinamenti, l’esecutivo ha questa volta deciso di autorizzare gli spostamenti nel raggio di 10 chilometri, e senza limiti di tempo. L’autocertificazione resta tuttavia indispensabile per giustificare ogni uscita, ed i motivi restano i medesimi.

Divieto di spostamenti interregionali

Preservare al massimo i territori risparmiati. Per evitare che il virus si propaghi nei dipartimenti dove è ancora poco presente, gli spostamenti interregionali saranno nuovamente vietati. Non sarà quindi possibile, rendersi da una zona “rossa” ad una zona “verde”.

Coprifuoco spostato alle 19 su tutto il territorio metropolitano

Un’ora in più su 10 giorni. Per i territori che non sono compresi dal confinamento, il coprifuoco va ad essere ritardato alle 19. Questo spostamento mira ad anticipare il passaggio all’ora legale, previsto il 28 marzo prossimo.

Ripresa della vaccinazione con Astrazeneca da venerdì pomeriggio

Il semaforo verde europeo è arrivato. La campagna di vaccinazione con Astrazeneca potrà riprendere da oggi. Attualmente, le persone dell’età da 50 a 74 anni, presentando dei fattori di rischio, e coloro con più di 75 anni, possono essere vaccinati. Anche se in deroga con questa regola, il primo ministro Jean Castex, si farà vaccinare questo venerdì, con il vaccino prodotto dall’azienda anglo-svedese, per ricevere l’adesione dei francesi.

La vaccinazione sarà presto aperta “ai più giovani”

Il primo ministro si“augura”, oramai, di permettere la vaccinazione ai più giovani. È stato fissato un obiettivo in tre tempi, chiamato “10-20-30”: 10 milioni di vaccinati “da qui alla metà di aprile”, ovvero la totalità delle persone vulnerabili volontarie ed eleggibili alla vaccinazione, tutti coloro con più di 75 anni, e le persone con più di 50 anni che presentano un fattore di rischio; “almeno 20 milioni di persone”, da qui alla metà di maggio, ovvero la totalità delle persone volontarie con più di 50 anni; e 30 milioni di vaccinati da qui alla metà di giugno, ovvero “i 2/3 della popolazione con più di 18 anni, volontari”.

Telelavoro

Le imprese sono chiamate a rinforzare il telelavoro “almeno quattro giorni”a settimana. Mentre il 29% delle contaminazioni avverrebbe presso il luogo di lavoro, secondo l’Istituto Pasteur, il primo ministro richiama tutte le aziende e le amministrazioni “a spingere al massimo il telelavoro”, ma mantenendo una giornata alla settimana in presenza per i dipendenti che ne facciano domanda.

Il Fondo di solidarietà riattivato per le aziende costrette a chiudere

Il continuo del “whatever it takes”. I negozi che dovranno chiudere, potranno beneficiare dei dispositivi di aiuto messi a disposizione dal governo, da un anno. Tra di essi, il Fondo di solidarietà, che permette loro di ottenere una somma del plafond di 10.000 €, o del 20% della propria cifra d’affari. La disoccupazione parziale, sarà ugualmente disponibile per i dipendenti, che saranno indennizzati al 84% del salario netto, con una parte restante a carico nullo, in seno ai datori di lavoro.

Futuro protocollo sanitario rinforzato per i ristoranti d’azienda

Il protocollo sanitario nelle mense aziendali, luogo a rischio, poiché ci si toglie la mascherina, sarà riesaminato dal governo. La ministra del Lavoro, Élisabeth Borne e la ministra della Funzione pubblica, Amélie de Montchalin, proporranno un protocollo “significativamente rinforzato”, per la ristorazione collettiva in azienda, “in concertazione con le parti sociali”.

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